Cyberbullismo, cos’è e come si interviene.
Oggi vogliamo parlare di cyber-bullismo, un fenomeno che ha registrato una pericolosa impennata negli ultimi tempi.
“Oggi il 34% del bullismo è online, in chat o sui social network. Far circolare delle foto e notizie spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico“. (Fonte: ilquotidianoinclasse.corriere.it)
In Italia, dopo i drammatici fatti di cronaca che hanno visto vittime adolescenti, crediamo che i genitori possano svolgere un ruolo fondamentale per contrastare il bullismo sui social network.
Come?
Per cominciare attraverso un confronto reale con i propri figli: conoscere gli amici e i luoghi che frequentano, capire quali scelte fanno ogni giorno e metterli in guardia sulle conseguenze delle loro azioni. Evitare che restino soli troppo a lungo quando navigano su Internet, vietare che accettino amicizia sui social network dagli sconosciuti.
Dialogare con gli altri genitori, con gli insegnanti della scuola e dei circoli sportivi che frequentano.
Quando si viene a sapere che i propri figli sono vittime di bullismo occorre intervenire subito.
Dal lato tecnologico, occorre configurare le funzioni di parental control sui dispositivi digitali utilizzati dal bambino e/o adolescente, tutelandoli da malware (programma malvagio), phishing (furti di identità).
Come si riconosce il cyberbullo?
Il cyberbullo, protetto da un profilo fake, da un avatar, o da un nickname, può restare anonimo e offendere online la sua vittima (attraverso testi, video e immagini) usando lo smartphone, il tablet, il pc tramite forum, chat, social media e blog. Il materiale pubblicato può essere letto da un numero infinito di utenti che possono quindi condividerlo e diffonderlo a macchia d’olio.
Le conseguenze per la vittima: il cyberbullismo provoca disagi profondi sulla sfera emotiva e sul comportamento scolastico su bambini e adolescenti. Che possono avere stati d’ansia, depressione e perfino tentativi di suicidio.
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