Viral Marketing – Case History di Diesel & Coca Cola e Mentos
Il consumatore stesso oggi è decisamente più consapevole, informato ed esigente rispetto alla marca. Non ha più un ruolo subalterno nei confronti del sistema.
È un vero e proprio timoniere della comunicazione aziendale e, la rivoluzione più evidente del marketing virale, è data dal fatto che è il pubblico a fare la distribuzione. L’obiettivo è colpire una persona per arrivare centomila.
Diesel
Nel caso dell’azienda italiana Diesel, i pubblicitari nel 2010, hanno pensato ad una campagna pubblicitaria che andasse contro i valori canonici e che esaltasse una stile di vita “stupido” in contrapposizione a quello guidato dal buon senso. Uno dei manifesti pubblicitari della campagna “Be Stupid” di Diesel, partita come una campagna classica, si è poi trasformata in un fenomeno virale, che si è espanso a macchia dolio.
I numerosi manifesti colorati e accattivanti e i video con sottofondo di musica rock ( il tutto corredato anche da alcuni eventi) hanno colpito le persone a tal punto che sono cominciate le condivisioni di immagini su Facebook, su Tumblr (una piattaforma di blog) e su Twitter.
Le conversazioni e le condivisioni sono state talmente tante che è nata anche una fan page su Facebook.
L’azienda però, ha capito che la un fenomeno diventa virale non soltanto grazie ad un’idea creativa, ma è necessario andare oltre e indagare sulle motivazioni profonde che spingono le persone a condividere con gli amici le immagini o i video.
Diesel ha quindi ideato un progetto particolare, una vera e propria “operazione di recruiting”: tutti coloro che stanno facendo qualcosa di particolarmente stupido potranno essere parte del video clip. Non solo: la loro causa sarà citata nel catalogo della nuova collezione con tanto di riferimenti web (social network inclusi) e immagini della propria “impresa”.
Per quanto riguarda gli eventi, Diesel ha anche organizzato un “tour della stupidità”che ha anche previsto azioni di guerrilla marketing.
Infine, recentemente, è stato pubblicato un libro, il cui autore è proprio il fondatore di Diesel, Renzo Rosso. Si tratta di un’autobiografia ma con molti riferimenti alla nota campagna, che “insegna” ad agire nella vita con più istinto e meno ragione.
Coca Cola & Mentos
Il caso Coca Cola e Mentos è particolarmente “estremo” perché non solo è stato distribuito dai consumatori, ma è nato proprio da essi. Il fenomeno virale è infatti partito da due ragazzi, tra cui lo statunitense Steve Spangler.
I due, hanno ripreso un loro esperimento in cui innescano una reazione fisica con la combinazione di Coca Cola light e delle caramelle Mentos. L’effetto è sorprendente e suggestivo tanto che il video comincia a circolare su Internet senza freni.
Numerosissimi ragazzi ripetono l’esperimento e il fenomeno viene citato anche fuori dal web, in trasmissioni televisive e sui giornali, soprattutto in seguito al tentativo di entrare nel Guinnes dei primati.
Sulla piazza Ladeuze nel centro della città belga Leuven si sono riuniti mercoledì pomeriggio 1360 giovani universitari per tentare di battere un record del mondo del tutto particolare: creare il maggior numero di «fontane di soda» con le pastiglie Mentos introdotte nelle bottiglie di bevande gasate, come la Coca Cola Light o la Diet Coke.
L’esibizione, una vera «esplosione» in piazza, organizzata a scopo benefico, è perfettamente riuscita e ha garantito anche un posto nel Guinness dei primati alla loro iniziativa anche grazie al sostegno di Perfetti Van Melle, la ditta che produce le Mentos.
Il risultato prodotto da questa campagna nata “dal basso” è stato molto significativo. Se inizialmente Coca Cola decise di denunciare i due ragazzi per danno all’immagine del prodotto, in seguito ritirò le accuse. Al contrario, Mentos ha potuto migliorare la propria visibilità nel mercato USA, dove la marca di caramelle non godeva di grande notorietà.
Insomma, si tratta di un particolare caso di marketing virale, partito da un video user-generated.
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Ufficio Stampa GuestWeb.it
Maria Chiara Turino
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