Pheme, i social ti aiutano a smascherare le bufale.
L’Università di Sheffild sta mettendo a punto il progetto Pheme, per smascherare le bufale, grazie ai social network.
Nell’era di Internet le notizie infondate o false sono all’ordine del giorno. Si nascondono in ogni anfratto del web, mescolate a voci vere, nascoste tra chiacchiere e parole equivoche o fraintese.
Pheme fa riferimento appunto alla parola “fama”, in latino.
Così, visto che è sempre più difficile tenere separate verità e bugie, soprattutto sui social network, l’Università inglese di Sheffield, grazie ai fondi dell’Unione Europea, sta perfezionando uno strumento per smascherare le bufale che impazzano online. Pheme è un rilevatore di bugie, come viene descritto il progetto.
Le notizie verranno suddivise in alcune categorie: speculative (guadagno sui tassi di interesse), controverse (a tema salute), confusionarie (disinformazione involontaria) e disinformate (volutamente disinformate). L’algoritmo sviluppato da questo sistema verificherà l’attendibilità della fonte (se il profilo è attivo sui social network oppure è automatico), poi ripercorre la conversazione da cui tutto ha preso piede e incrocia le informazioni citate nella discussione.
Al termine di questo processo sullo schermo verrà visualizzato il messaggio con le dicitura Vero/Falso.
Questo strumento sarà utile a giornalisti, governi e associazioni di pubblica sicurezza, per analizzare le informazioni a cui si fa riferimento in un articolo.
Grazie a Pheme quindi non ci saranno più pantere libere in giro per le città europee, alligatori nelle fogne di New York o personaggi famosi che inscenano finte morti per trascorrere quello che resta della loro vita, su un’isola deserta.
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