E’ appena uscito in libreria il testo ‘I Social Network’. GUEST ha intervistato l’autore Giuseppe Riva.
Il professor Giuseppe Riva è autore di ‘I Social Network’. In questo libro, appena pubblicato da Il Mulino, affronta il complesso mondo dei social network: come sono nati e come si sono evoluti, quali effetti hanno prodotto sulle relazioni e sull’identità delle persone. Giuseppe Riva insegna Psicologia della Comunicazione, Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicazione all’Università Cattolica di Milano dove dirige LICENT – Laboratorio di Studio dell’Interazione Comunicativa e delle Nuove Tecnologie. GUEST ha lo ha intervistato per voi.
Professor Riva, nel suo libro si domanda se “I social network sono una moda o un fenomeno duraturo”, invece vorremmo sapere in che direzione i social network stanno andando.
“Nel volume ho identificato tre tendenze, già visibili oggi, che potrebbero mutare l’esperienza dei social network:
- Dal computer agli altri media: i social network diventano crossmediali: il primo medium a essere toccato da questo processo è stato il telefono cellulare. Dopo l’esperienza e il successo di Twitter, oggi tutti i principali social network sono fruibili su smartphone e in un numero crescente di telefoni tradizionali. Il passo successivo sarà la conquista della televisione. Se già da tempo alcune consolle per videogiochi permettono di accedere a social network di settore, a partire dall’inizio del 2010 numerosi televisori di fascia alta hanno aggiunto ai propri menù la possibilità di accedere direttamente a Facebook e Twitter.
- Dalla bacheca alla realtà virtuale: i social network diventano veri luoghi virtuali, lo «spazio elettronico» è costituito da una serie di aree – bacheca, gruppi, eventi, ecc. – al cui interno l’interazione non si svolge allo stesso modo in cui avviene nello spazio fisico, cioè non posso camminare, spostarmi, dare e prendere oggetti e così via. E’ probabile che nei prossimi anni i social network cercheranno di trasformare gli attuali ambienti di interazione in veri e propri spazi virtuali, al cui interno il soggetto sperimenta delle esperienze. Un primo esempio di questa trasformazione è dato dal social network CyWorld.
- Dall’amicizia alla vera amicizia: la diversificazione delle modalità di relazione mediata. Nella maggior parte dei social network esiste un’unica modalità di relazione – l’«amicizia» – che permette agli utenti coinvolti di accedere in maniera completa al profilo dell’altro, di contattarlo direttamente e di esplorarne la rete sociale. In realtà, come l’esperienza nel mondo reale ci insegna, non tutte le relazioni sono amicizie. Anzi, è vero il contrario: la maggior parte delle relazioni non sono amicali. E poi anche gli amici non sono tutti uguali. Per questo possiamo aspettarci che i social network svilupperanno dei meccanismi che per permettere ai propri utenti di valutare meglio le caratteristiche dei propri «amici». Un primo esempio di questa tendenza sono servizi come Formspring o Tumblr che consentono di porre domande ai propri utenti in maniera diretta o anonima. In secondo luogo potrebbe essere presto possibile distinguere nei social network tra diversi tipi di amicizie a cui concedere privilegi differenti, così come è già oggi possibile descrivere dettagliatamente il proprio status sentimentale”.
Che cos’è l’interrealtà, di cui parla nelle pagine del suo testo? Come l’interrealtà può modificare la percezione di un brand o di un prodotto da parte degli utenti di Fb e/o Twitter?
“Se nelle comunità virtuali precedenti ai social network, il mondo reale e quello virtuale entravano raramente in contatto e comunque solo per esplicita volontà dei soggetti interagenti, nei social network questo avviene sempre e anche se i soggetti coinvolti non lo vogliono o non ne sono consapevoli. Questo nuovo spazio sociale esteso che include mondo reale e mondo virtuale viene definito “interrealtà” ed è molto più malleabile e dinamico delle reti sociali precedenti. Infatti, la fusione di reti virtuali e di reti reali mediante lo scambio di informazioni tra di esse permette di controllare e modificare l’esperienza sociale e l’identità sociale in maniera totalmente nuova rispetto al passato. Ciò permette, per esempio, di usare le esperienze virtuali proposte all’interno dei SN per modificare i gusti o gli atteggiamenti reali degli utenti”.
In Facebook la fanpage è stata sostituita dall’icona ‘Mi piace’, cosa c’è dietro questo cambiamento?
“In realtà la fan page esiste ancora. Solo che ora viene chiesto all’utente un esplicito atto di supporto: il premere il pulsante “mi piace”. L’obiettivo di questa trasformazione è semplice: raccogliere un database dettagliato di gusti degli utenti che possa essere venduto agli inserzionisti”.
Quanto c’è di social e quanto di business in Facebook?
“E’ come chiedere quanto c’è di spettacolo e di narrazione e quanto di business nella televisione. E’ il business che spinge Facebook a fornire supporti social. Non a caso il SN concorrente MySpace, che ha ancora molti utenti e molta attività social (è il 2° social network per numero di utenti, subito prima di Twitter), se non produrrà profitti nei prossimi mesi verrà chiuso dal proprietario News Corp”.
Tramite i Social Network si può analizzare il consumer sentiment su un brand. Ci può spiegare meglio in cosa consiste?
“Nei social network le persone discutono, parlano tra loro. E ogni tanto parlano anche dei brand. Analizzare il consumer sentiment consiste comprendere in che modo gli utenti dei social network parlano di un dato brand. Farlo però non è semplicissimo e spesso ci si affida a specifiche applicazioni come Rowfeeder e Zuberance“.
In Italia spopola Fb, in Usa c’è un utilizzo di massa di Twitter. Può spiegarne le differenze e quindi le preferenze?
“La modalità di relazione bidirezionale, tipica di Facebook, consente di creare reti chiuse composte solo da «amici di amici» al cui interno nessuno è un totale sconosciuto e chiunque è identificabile in quanto «amico» di qualcun altro. Per questo, se voglio avere notizie su un partecipante alla rete oltre a poterlo contattare direttamente posso chiedere di lui alla sua rete sociale. Al contrario, la modalità di relazione a stella tipica di Twitter crea reti aperte in cui la maggior parte degli utenti riceventi (follower) non hanno altri contatti con l’emittente a parte quello nella rete sociale. In questo caso, a legare emittente e ricevente sono due bisogni opposti ma complementari: gli emittenti cercano visibilità, i riceventi invece sono curiosi di conoscere la vita (di personaggi famosi) o le impressioni (di esperti di un tema specifico) degli emittenti scelti”.
Lascia un commento