Hai un ristorante e stai pensando di fare una tua app? Sei sicuro che sia una buona idea? (Parte 2)
Perché dunque la maggior parte dei consulenti continuano a spingere le app autonome? (leggi anche la prima parte)
Per interesse personale, purtroppo, solo quello. Non c’è nessuna statistica ufficiale che appoggi questa scelta, anzi. Le app personalizzate possono diventare utili infatti solo per quelle attività che creano dei franchising e sono presenti in maniera capillare sul territorio o su una buona parte di questo.
Un commerciante di prossimità o, ancora di più, un ristorante che per sopravvivere a questo periodo si appoggia completamente al delivery non ha alcun beneficio dalla realizzazione della propria app, non solo in termini di efficienza e costi ma anche di gestione.
Un servizio di delivery, come Take2Me, solleva il ristoratore da una serie di aspetti di cui dovrebbe inevitabilmente farsi carico nel caso realizzasse una propria app.
Primo tra tutti la gestione degli ordini, le consegne e tutto il sistema di gestione/promozione dell’app.
Poniamo infatti che il Ristorante Paperino preferisca fare la sua app “Paperino Pizzeria”, graficamente accattivante, responsive, ovviamente compatibile per iOS e per Android. Il costo base è di 1.000 euro (ma di norma è almeno del doppio). E ora?
Gli ordini non arrivano da soli, perché è necessario far sapere, quanto meno ai propri clienti, che esiste l’app.
La pubblicità costa, comporta un’ulteriore spesa e il bacino di utenza è sempre molto basso, perché già si fa fatica a raggiungere i clienti abituali, come fa il ristoratore a far scaricare l’app a chi non sa nemmeno che esiste? Diventa un circolo di spese e se anche le consegne aumentano o creano maggiore marginalità possiamo immaginare che il bilancio finale sia sempre di segno negativo.
La piattaforma di delivery è la soluzione migliore per il breve e medio periodo, ma anche per il lungo.
Una piattaforma, infatti, in cambio di una commissione in % sugli ordini, gestisce tutto: dalla richiesta di ordine fino alla consegna ed in più dà accesso, al singolo ristorante, ad un parco-clienti molto più ampio. L’80% delle ricerche degli utenti su queste piattaforme sono date dalla tipologia di cibo e non dal nome del ristorante, per cui la presenza consente entrare nella mente, nel cuore e soprattutto nella pancia, anche di chi non conosce il ristorante ma che provandolo se ne innamora. Un beneficio che si potrebbe ottenere con grossi investimenti in pubblicità.
Poche ragioni, ma semplici e comprensibili, per preferire la presenza della propria attività in app “di comunità” rispetto ad app mono-brand, costose e poco produttive.
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